L’Italia è distrutta
Questa prima sezione ci riporta indietro agli anni bui del secondo conflitto mondiale, offrendo il senso più autentico del dramma e della distruzione in cui l’Italia venne a trovarsi nell’immediato dopoguerra. Le “macerie” ricoprivano ogni aspetto della vita del Paese. C’erano le “macerie” fisiche e materiali, dovute ai bombardamenti che si abbatterono quasi su ogni città italiana: quelle industriali del nord, come le portuali del sud, ma non furono risparmiate neppure le località più piccole e l’Italia centrale, che divenne la zona più colpita negli ultimi 15 mesi di combattimenti.
I bombardamenti sui civili furono la testimonianza di una guerra totale. Nessuno poteva più dirsi al sicuro o immune dalle conseguenze del conflitto in corso. Le “macerie” sociali ed economiche travolsero gli italiani. Fame, disoccupazione, povertà dilagante, diffusione di malattie e mortalità infantile: gli italiani combattevano quotidianamente per la loro sopravvivenza, mentre in “macerie” era stata ridotta anche l’unità geografica, istituzionale e politica del Paese, spaccato in due metà e soggetto all’occupazione nazista. La guerra di liberazione tra il 1943 e il 1945 fu anche, e soprattutto, una guerra civile, che divise famiglie e comunità, provocando “macerie” morali drammatiche e durature, con una profonda lacerazione della coscienza individuale e collettiva.
È dunque un’Italia in “macerie” che i Padri costituenti presero per mano al termine del conflitto, conducendola passo dopo passo nel cammino della ricostruzione. Un cammino che prende le mosse dai lavori dell’Assemblea costituente, che rivisiteremo nella sezione dedicata